Il tricolore francese è stato riletto una, mille, centomila volte, ma fra le interpretazioni più moderne e irriverenti del patriottico blu-bianco-rosso ci sono quelle personalissime delle coccarde, cannoni, galli ed altri simboli del XIX secolo rivoluzionario che illustratori ed artisti hanno creato per Commune de Paris 1971.
Parigi storica, Parigi turistica, Parigi canaglia, Parigi in fiamme: Parigi eterna non perde ma il suo orgoglio.
E’ questo lo spirito con cui i partigiani della moda Alexandre Maïsetti e Sébastien Lyky creano dal 2009 abbigliamento ed articoli chic per l’uomo a marchio Commune de Paris 1871, classici del vestiario maschile rivisitati con un senso insolente del dettaglio.
Proprio questo classicismo ribelle e l’artigianalità manifatturiera hanno dato vita alla collaborazione con Astier de Villatte per realizzare ceramiche e complementi profumati, fra cui l’iconica Cologne 1871 e la suggestiva candela nella stessa profumazione.
La Cologne 1871 Commune de Paris di Astier de Villatte si ispira anch’essa alla parentesi socialista della Francia imperiale e in particolare all’epoca in cui nasce la profumeria moderna, con la scoperta delle molecole di sintesi che consentirono ai maître parfumeur di creare le prime composizioni astratte.
La cumarina, principio contenuto in natura nella fava tonka (Dipteryx odorata), fu la prima molecola tra tutte ad essere sintetizzata nel 1868.
Altra scoperta di quegli anni è la benzaldeide, il principio che dona alle mandorle amare il loro aroma inconfondibile.
L’apertura è corroborante di limone di Sicilia e bergamotto, uniti ai toni erbacei del rosmarino, ma la meraviglia di questa fragranza è come una colonia possa diventare ricca e originale con la setosità di un fondo ambrato.
Chi cerca uno splash di freschezza in estate ma come me ama le fragranze più sontuose e non sa cosa indossare, troverà in questa colonia un piacevole compagno per tutto l’anno.
Anche dopo ore una brezza agrumata rimane sottotraccia in un mare dagli eleganti riflessi ambrati di cisto e patchouli che donano calore e umidità che odora di fieno tagliato, tabacco e terriccio di bosco. Senza scadere nella dolcezza da pasticceria, il benzoino (benzaldeide) sigilla l’accordo di fondo con una sontuosità che fa quasi venire l’acquolina in bocca.
Il fondo della fragranza da un lato ne fa una colonia unica e completamente unisex, ma allo stesso tempo fa affiorare memorie inconsce dell’epoca d’oro in cui sono nati i primi grandi classici.
Questo sottobosco esala l’odore di felci immaginarie che in natura non hanno odore, quella ombrosità calda popolata di fiere fantastiche da cui nacque una nuova famiglia olfattiva, il fougère.
Questa affascinante eredità unita a un’ottima persistenza da far invidia a qualche eau de toilette, il packaging semplice con la pulizia del flacone artigianale in vetro soffiato (realizzato in Toscana) da antica speziale e l’ottimo rapporto qualità prezzo sono la dimostrazione che occorre soprattutto ispirazione per fare una fragranza fuori del Commune.
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